La povertà mi costringe a indebitarmi. Ogni qual volta riesco ad appianare un debito, subentra un nuovo disagio che mi fa indebitare ancora di più. Ricucio uno strappo, ma si apre uno squarcio maggiore.
Sono fortunato. Il mio corpo non è afflitto dei dolori che molte persone lamentano. Sopporto soltanto i miei dei quali, invero, sono molto dispiaciuto e, assai volentieri li scanserei, ma sono talmente radicati che fanno tutto uno col mio corpo e, per estirparli, devrò, prima, abbandonare il mio corpo.