Mia madre sperava nei miei fallimenti, considerava le mie canzoni poco meno che spazzatura e a mio padre Vincenzo, convinta di non essere ascoltata, diceva di me: "Il ragazzo è cretino".
A volte mi sembrava che il pennello, che con volontà inflessibile strappava frammenti a quest'organismo cromatico vivo, provocasse l'emissione di un suono musicale.