Nell'esercizio della professione di psicologo non c'è spazio per la pratica dell'omofobia; o si è psicologo o si è omofobo. Credere di poter fare tutti e due è roba da chi ha seriamente bisogno di andare dallo psichiatra.
E poi si capisce che non tutti i gay sono "ghei" nella loro intima e vera essenza. Ho capito in qualche modo che, quando sulle piste da discoteca o passerelle da sfilata, alcuni "bei" ragazzi (o visti come tali) fanno finta di esserlo, ma solo fino al momento in cui il loro "teatrino" risulti a loro conveniente e opportuno.