Non credo alla fortuna critica degli autori in vita, anzi di alcuni autori.
Fra gli "alcuni autori" ci sono immodestamente pure io.
Di certo, vivrò lo stesso al pari del giorno precedente, ma niente mi convincerà del contrario, ossia che i contemporanei siano come ciechi o refrattari ad accogliere chi scrive anche per loro.
Sono orbi da un occhio e con l'altro riescono, a malapena, ad intravedere i cliché della fama.
È del tutto inutile donare i propri libri a presunti amici, se poi questi ultimi non si degnano di spendere neanche una sillaba sulle pagine, probabilmente lette in maniera schiatta e distratta.
La diluizione dei sensi e sentimenti, oggi, procede senza mai sosta.