Se tutti, nei secoli dei secoli e dei millenni bui della mesta colonizzazione umana son morti, allor io, stanche membra, perché non dovrei esser da meno?
Non dannarti, giovanotto: infinita luce ci sarà, per chi le giornate adopererà col bene finché un dì, il cuor arresta tumulto.
Dei tuoi occhi vitrei io ne colgo l’essenza, quando ti volti e mi nascondi l’amara presenza, che con denti e unghie conquistammo questo amore e non sarà di certo il Fato, a condurci verso un mero addio.