Bartolomeo Vanzetti
  • Villafalletto, 11/06/1888
  • Charlestown (USA), 23/08/1927
  • in archivio dal 8/23/2010

Biografia

Sono stato un anarchico italiano. Venuto alle cronache per la triste vicenda che mi vide coinvolto insieme a Sacco.

Segni particolari

Gli amici mi chiamavano Trumlin.
Fui giustiziato sulla sedia elettrica insieme al mio compagno Ferdinando Nicola Sacco, pur non essendo colpevoli di omicidio.

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Scritti da Bartolomeo Vanzetti

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Sono convinto che la storia umana non è ancora iniziata, che ci troviamo nell'ultimo periodo della preistoria. Vedo con gli occhi dell'anima il cielo rischiararsi dai raggi del nuovo millennio.

I popoli sono resi infelici e miserabili da un pugno di criminali (figli loro) al comando di signori degenerati.

Guai allo straniero e in particolare l'italiano che voglia far valere la ragione con mezzi energici; per lui ci sono il bastone delle guardie, le prigioni e i codici penali.

Il popolo, tutti i popoli, sono esasperatamente, disperatamente incoscienti, ignoranti, deviati e corrotti nel cuore, negli istinti, nei sentimenti e nella mente dall'esempio e dalla volontà dei governanti.

Io sono così sicuro di essere nel giusto che se voi aveste il potere di uccidermi due volte io risorgerei e rivivrei la mia vita come ho fatto finora.

Io voglio: un tetto per ogni famiglia, del pane per ogni bocca, educazione per ogni cuore, luce per ogni intelligenza.

Per un anarchico non c'era niente di peggio che uccidere o morire per uno stato.

Mai, vivendo l'intera esistenza avremmo potuto sperare di fare così tanto per la tolleranza, la giustizia, la mutua comprensione fra gli uomini.