Corrado Alvaro
  • San Luca, 15/04/1895
  • Roma, 11/06/1956
  • in archivio dal 8/23/2010

Biografia

Sono stato uno scrittore, giornalista e poeta di origine calabrese. Ho portato sempre dentro di me quella "gente di Aspromonte".

Segni particolari

Nel 1951 ho vinto il Premio Strega con il romanzo "Quasi una vita".

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Scritti da Corrado Alvaro

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La disperazione più grave che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere onestamente sia inutile.

L'invidia ha gli occhi e la fortuna è cieca.

La critica, quella generalmente professata, è l'arte di risuscitare i morti e di far morire i vivi.

Chi ha denaro paga, ma mai di persona. L'intelligenza paga corpo e beni.

Come si appanna una donna trascurata. Appassisce come un fiore inaridito.

Infantile, incostante, premurosa, irritabile, con una civetteria che conduce a lungo le assiduità e gli accostamenti amorosi, è la donna abituata a vivere coi vecchi.

La lontananza è il fascino dell'amore. Amarsi vicini è difficile.

La borghesia e la democrazia vuote di ideali non hanno altro cemento che il nazionalismo. Perciò si affida ai condottieri.

Nessuna libertà esiste quando non esiste una libertà interiore dell'individuo.

Se non vi fossero gli onesti, ma predicanti l'amoralità come Nietzsche, il mondo sarebbe d'una insopportabile virtù o ipocrisia.