Elie Wiesel
  • Sighetu Marmației, 30/09/1928
  • New York, 02/07/2016
  • in archivio dal 10/17/2011

Biografia

Sono stato uno scrittore rumeno naturalizzato statunitense. Come Primo Levi, anch'io sono scampato all'Olocausto per poi raccontarlo.

Segni particolari

All'anagrafe sono Eliezer. Ho ricevuto il Premio Nobel per la pace nel 1986.
Fu François Mauriac a convincermi a scrivere e raccontare la mia esperienza dell'Olocausto.

Scritti da Elie Wiesel

10 su 11

Ci possono essere momenti in cui siamo impotenti a prevenire l'ingiustizia, ma non ci deve mai essere un momento in cui manchiamo di protestare.

Mai credersi soli, mai pensare che la nostra tragedia sia esclusivamente nostra.

Ogni persona è dotata di strani poteri. Ogni uomo, ogni donna e ogni bambino può modificare il cammino della storia.

Il genere umano deve ricordare che la pace non è il dono di Dio alle sue creature; la pace è il dono che ci facciamo gli uni con gli altri.

Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l'eternità il desiderio di vivere.

Prendi posizione. La neutralità favorisce sempre l'oppressore, non la vittima. Il silenzio incoraggia sempre il torturatore, mai il torturato.

Omicidio a sangue freddo e cultura non si escludono a vicenda. Se l'Olocausto ci ha dimostrato qualcosa, è che una persona può amare la poesia e comunque uccidere i bambini.

Chi ascolta un superstite dell'Olocausto diventa a sua volta un testimone.

Poiché ricordo, dispero. Poiché ricordo, ho il dovere di respingere la disperazione.

Non credo al caso. Nella storia ci sono soltanto degli incontri. Il caso non esiste.