Emil Michel Cioran
  • Rasinari (Romania), 08/04/1911
  • Parigi (Francia), 20/06/1995
  • in archivio dal 2/2/2001

Biografia

Convinto della fondamentale meschinità dell'essere umano, della stupidità di tutte le cose, ascetico e rigoroso nello stile e nel modo di pensare così come nella mia stessa esistenza, sono stato un grande estimatore dei prosatori del XVIII secolo e con questi condivisi la predilezione per l'aforisma.

Segni particolari

Nel 1937 vinsi una borsa di studio a Parigi grazie a una tesi su Bergson. Rimasi nella capitale francese fino al giorno della mia morte.

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Scritti da Emil Michel Cioran

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Talvolta si vorrebbe essere cannibali, non tanto per il piacere di divorare il tale o il talaltro, quanto per quello di vomitarlo.

L'unico modo di conservare la propria solitudine è di offendere tutti, prima di tutti, coloro che si ama.

Nei momenti critici una sigaretta porta più sollievo che i vangeli.

Un tempo, davanti a un morto, mi chiedevo: "A che gli è servito nascere?". Ora mi faccio la stessa domanda davanti a ogni vivo.

Ammettendo l'uomo la natura ha commesso molto più di un errore di calcolo: un attentato a se stessa.

La conversazione è feconda soltanto fra spiriti dediti a consolidare le loro perplessità.

Dio: una malattia dalla quale immaginiamo di essere stati curati perché nessuno ai nostri giorni ne rimane vittima.