Emilio De Marchi
  • Milano, 31/07/1851
  • Milano, 06/02/1901
  • in archivio dal 6/24/2007

Biografia

Scrittore intriso di una forte milanesità. Frequentai il mondo letterario milanese dominato in quel momento dalla Scapigliatura. Ebbi un ruolo attivo anche nelle istituzioni caritative cittadine ed un eco di questa mia esperienza si è riflettuta anche nei miei romanzi.

Segni particolari

Inventai, almeno per l'esperienza italiana, un nuovo genere letterario: il romanzo noir con "Il cappello del prete".

Scritti da Emilio De Marchi

7 su 7

Vero e unico creatore di bene è l'affetto, l'affetto naturale che scorre quieto ma inesauribile, a portare i freschi ruscelli della vita; mentre la passione o è fiamma che dissecca o è un tormentaccio rovinoso, che assorda, trascina, devasta.

Non c'è mestiere più bello che fare lo zio d'America.

Quando il vino è buono è come leggere in un libro stampato in grande.

Il denaro non è l'idea, ma compera i padroni dell'idea.

La pazienza dei popoli è la mangiatoia dei tiranni.

Non c'è nulla che meglio si adatti a un'idea confusa d'una parola che non si capisce.

La superbia è il cavallo dei ricchi; per la povera gente è fin troppo onore quando va a piedi.