Ci dissero tutto della guerra  
i nostri padri, e le madri   
non smisero mai di piangere  
per i figli che non ritornarono,  
l' umiliazione subita,    
la dignitá perduta,  
la fame e la miseria  
il terrore e la paura.  
Ci dissero che lottarono  
per conquistare la libertá  
e difendere l'onore   
della Patria distrutta e vilipesa,  
ripetendo " ora e sempre Resistenza".  
Ora i ricordi sono sbiaditi,  
i lutti elaborati,  
gli animi imbaldaziti,  
e la guerra é ritornata  
con il suo carico di lutti  
di odio e di miseria.  
La pace é il bene supremo,  
é vita, é gioia, é speranza  
ricorda Lorenzino:  
"ora e sempre Resistenza".

A mio nipote

Fu sciopero a Vittoria un giorno  
di gennaio di molti anni fa.  
Erano braccianti, erano  tanti,  
bramavano la terra, chiedevano   
una casa. C’era freddo e splendeva  
il sole. Mosse il  popolo per la  
Via dei Lumi. Sfilavano le donne  
innalzando cartelli con scritte di   
speranza. Poi si udì una tromba  
e rotearono i manganelli,  
fu  gran tumulto e acre odore  
si sparse nell’aria. Avanzò una  
vecchia vestita di nero, m’avvolse   
col suo scialle e disse a mio padre:  
“lascialo e corri, vai dai compagni”.  
A sera, nella sede affollata,  
le donne in coro ricordarono  
i nomi dei compagni carcerati.  
Fu grave la sconfitta, non persero   
la speranza. Con grande sacrificio  
comprarono la terra, con sudore  
e fatica alzarono le serre,   
così conquistarono la libertà.

Una storia di braccianti

La guerra è quando gli uomini  
smettono di volersi bene  
e hanno voglia di litigare,  
quando il sole si oscura   
per il fumo delle bombe,  
al rumore assordante dei cannoni,  
quando i bimbi   
non possono più giocare  
e i nonni smettono di raccontare.  
La guerra è una malattia  
ed é pura follia,   
la generano gli uomini potenti  
quando son soli e disperati.  
La guerra è quando i bimbi  
non hanno da mangiare,  
giocattoli per giocare,  
un letto per dormire.  
Ma la guerra può finire,  
quando i bimbi d’ogni luogo  
stretti in cerchio per le mani,  
fanno una magia,  
un passo avanti, un passo indietro,  
le braccia in alto ed un grido forte:  
non più guerra, vogliamo la pace!

Nonno, cos'é la guerra?

Si apre quella porta che nessuno   
mai vorrebbe varcare, sul letto   
bianco mosso dagli infermieri,  
con quella cuffia verde che ti  
compone i capelli attorno al capo,  
mi sorridi come una madonna.  
Lo so, mi vuoi tranquillizzare,   
come sempre sei tu che vuoi  
prenderti cura di me, di noi.  
Ti prendo la mano, la stringo forte,   
ti bacio, vorrei dirti tutte le cose  
che non ti ho mai detto, vorrei dirti  
quanto sei importante per me, per noi,  
ma tu giá lo sai, me lo dicono  
i tuoi occhi lucidi e rassicuranti.  
Ciao amore, ti aspetto ritornare  
guerriera come sempre.

Giovanni Lucifora

Poesie di Giovanni Lucifora

A mio nipote

Una storia di braccianti

Nonno, cos'é la guerra?

L'intervento