Giovannino Guareschi
  • Fontanelle di Roccabianca, Parma, 1908
  • Cervia, Ravenna, 1968
  • in archivio dal 4/6/2007

Biografia

Sono stato un giornalista ed uno scrittore umorista italiano.

Segni particolari

La mia creazione più famosa è Don Camillo, il robusto parroco che parla col Cristo dell'altare maggiore. Il suo antagonista è il sindaco comunista del piccolo paese della Bassa emiliana, l'agguerrito Peppone, diviso tra il lavoro nella sua officina e gli impegni della politica.

Scritti da Giovannino Guareschi

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Chi lotta duramente per racimolare l'indispensabile, ha bisogno di evadere dalla sua miseria conquistando qualcosa di superfluo.

Per rimanere liberi bisogna, a un bel momento, prendere senza esitare la via della prigione.

Perché sono monarchico? Perché non c'è più il re.

Chi non trova un biografo deve inventare la sua vita da solo.

Nel segreto della cabina elettorale Dio ti vede, Stalin no.

Ho dovuto fare di tutto per sopravvivere, tuttavia, tutto è accaduto perché mi sono dedicato ad un preciso programma che si può sintetizzare con uno slogan: "Non muoio neanche se mi ammazzano."

Ho sempre disapprovato i ragazzi che si comportano da "veri uomini". Ho sempre considerato esperimenti negativi quelle mostruose comunità di ragazzi che si amministrano da soli, discutono di gravi problemi e sciupano la loro fanciullezza col solo(…)

I dottori per guarirvi hanno bisogno di poco: pur che vi possano proibire qualcosa tutto va a posto. L’astuzia sta nel farsi proibire soltanto le cose cui si tiene di meno.

Non mi sono mai pentito di aver fatto domani quello che avrei potuto fare ieri o un mese prima. Spesso mi rattristo rileggendo le cose che ho fatto: ma in fondo non me ne cruccio mai soverchiamente perché posso dire, in piena coscienza, che mi sono(…)