Javier Marias
  • Madrid (Spagna), 20/09/1951
  • Madrid, 11/09/2022
  • in archivio dal 9/10/2011

Biografia

Sono uno scrittore spagnolo ma anche un noto traduttore. Ho collezionato numerosi premi, molti dei quali dovuti al mio romanzo Domani nella battaglia pensa a me del 1994.

Segni particolari

Appartengo ad una famiglia di nomi celebri: sono nipote del regista Jesús Franco e figlio del filosofo Julián Marías.

Scritti da Javier Marias

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L’attesa è come un tessuto immenso, senza cuciture né ornamenti né pieghe, come un cielo invisibile o rossastro senza spigoli che lo delimitino, un tutto indifferenziato e immobile in cui non si distinguono le trame e c’è solo ripetizione.

Quando si vogliono trattenere gli odori sembra sempre che svaniscano troppo in fretta.

Chi è innamorato mantiene spesso il silenzio.

Tacere e parlare sono un modo di intervenire sul futuro.

La verità non dipende dal fatto che le cose siano o succedano, ma dal fatto che rimangano nascoste e non si conoscano e non si raccontino.

Lo stare insieme consiste in buona parte nel pensare a voce alta, nel pensare tutto due volte invece che una, una con il pensiero e l’altra con il racconto, il matrimonio è un’istituzione narrativa.

Tutti obbligano tutti, non tanto a fare ciò che non vogliono, quanto piuttosto a fare ciò che non sono certi di volere, perché quasi nessuno sa cosa non vuole, e meno ancora cosa vuole, questo non c’è modo di saperlo.

Si dimentica davvero solo ciò che non si ricorda dopo che si è stati obbligati a farlo.

Il mondo intero spesso si muove solo per smettere di occupare il proprio posto e usurpare quello di un altro, solo per questo, per dimenticare se stessi e sotterrare il passato, tutti ci stanchiamo indicibilmente di essere ciò che siamo e ciò che(…)