John Locke
  • Wrington, Bristol (Inghilterra), 29/08/1632
  • Oates (Inghilterra), 28/10/1704
  • in archivio dal 4/12/2007

Biografia

Fui uno degli esponenti principali della filosofia britannica della seconda metà del '600 e sono considerato il padre dell’empirismo moderno.

Segni particolari

Nella mia opera di maggior rilievo, il "Saggio sull'intelletto umano", espongo le mie teorie sulla conoscenza. È evidente la mia polemica verso il razionalismo cartesiano, ma ancora più palese è la critica della dottrina dell'innatismo delle idee diffusa presso i neoplatonici inglesi.

Scritti da John Locke

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Le nuove opinioni sono sempre sospette e vengono di solito contrastate per l'unica ragione che non sono ancora diventate comuni.

Se il castigo non rende docile la volontà, esso indurisce il criminale.

Il governo non ha altro fine che proteggere la proprietà.

Nessuna conoscenza umana può prescindere dall'esperienza.

Una cosa è mostrare ad uomo che è in errore, è un'altra renderlo padrone della verità.

L'unica difesa contro il mondo è conoscerlo bene.

La logica è l'anatomia del pensiero.

Le leggi non vegliano sulla verità delle opinioni ma sulla sicurezza e l'integrità di ciascuno e dello Stato.

Tutti gli uomini sono soggetti all'errore: e molti uomini ne sono, in molti aspetti, esposti alla tentazione per passione o per interesse.

Si ha una fantasticheria quando le idee vagano per la mente senza riflessione alcuna o senza considerazione dell'intelletto.