María Zambrano
  • Vélez-Málaga (Spagna), 22/04/1904
  • Madrid (Spagna), 06/02/1991
  • in archivio dal 3/26/2025

Biografia

Sono stata una filosofa innamorata della poesia. Ho viaggiato e lavorato all'estero per ben 45 anni, perché costretta dall'esilio imposto dal franchismo. Sono stata riabilitata tardivamente ma una volta tornata a Madrid, nel 1984, non l'ho più lasciata.

Segni particolari

I miei genitori erano insegnati, sono cresciuta tra intellettuali che hanno dato un grande contributo alla mia formazione. Su tutti Antonio Machado, amico di mio padre, e José Ortega y Gasset, mio docente all'università.

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Scritti da María Zambrano

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Il silenzio che accoglie la parola assoluta del pensiero umano diventa il dialogo silenzioso dell’anima con se stessa.

Vivere come figli è qualcosa di specificatamente umano; solo l’uomo si sente vivere a partire dalle sue origini e a queste si rivolge con rispetto.

La vita ha bisogno della parola; se fosse sufficiente vivere, non si penserebbe, se si pensa è perché la vita ha bisogno della parola, della parola che sia il suo specchio, della parola che la rischiari, della parola che la potenzi, che la innalzi.

È un atto di fede lo scrivere, e come ogni fede, di fedeltà. Lo scrivere richiede fedeltà prima di ogni altra cosa: essere fedeli a ciò che chiede di essere tratto fuori dal silenzio.

L'altro è la compagnia di cui ogni essere necessita.

Il sapere delle cose della vita è frutto di lunghi patimenti, di lunga osservazione, che ad un tratto si condensa in un istante di lucida visione. Tale sapere si rivela dietro un'evento estremo, un fatto assoluto, come la morte di qualcuno, la(…)

La violenza vuole, mentre la meraviglia non vuole nulla.

La nostra anima è attraversata da sedimenti di secoli, le radici sono più grandi dei rami che vedono la luce.

Il poeta è perso nella luce, errante nella bellezza, povero per eccesso, folle per troppa ragione, peccatore in stato di grazia.