"Uno spettro si aggira per l'immaginario collettivo, e questo spettro si chiama Frankenstein. Mary Shelley ha indubbiamente creato un capolavoro, ma anche una sorta di icona pop, divenuta proverbiale e versatile, tale da essere evocata nelle situazioni più impensate. [...] Da un lato Frankenstein suscita interesse come ipotesi sulla possibilità di un mortale di sostituirsi a Dio, o alla Natura, mentre dall'altro riporta alla luce ogni sentimento di orrore e di repulsione radicato nei più profondi recessi dell'animo umano. Sotto questo punto di vista, l'impatto dell'opera sul lettore è duplice, stimolandone allo stesso modo l'interesse così come le più cupe emozioni; il ritmo serrato dell'inseguimento assieme ai crimini perpetrati dal mostro contribuiscono ulteriormente a tenere alta la tensione, mentre il pericolo della cosiddetta "hideous progeny" - a cui la creatura potrebbe dare origine se dotata di una compagna della stessa specie - provoca le stesse paure generate dal dilagare di una pestilenza". (Dall'introduzione di Giorgio Borroni)

Frankenstein

Ciò che ha terrorizzato me terrorizzerà altri. Devo soltanto descrivere lo spettro che è venuto a trovare il mio cuscino a mezzanotte.

Le donne non dovrebbero avere poter sugli uomini, bensì su se stesse.

Ogni buon politico trasportato all'estremo è un produttore di malvagità.

Nulla contribuisce a tranquillizzare la mente quanto uno scopo preciso, un punto sul quale l'anima possa fissare il suo occhio.

Mary Shelley

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Scritti da Mary Shelley

Frankenstein

Ciò che ha terrorizzato me terrorizzerà altri. Devo soltanto descrivere lo spettro che è venuto a trovare il mio cuscino a mezzanotte.

Le donne non dovrebbero avere poter sugli uomini, bensì su se stesse.

Ogni buon politico trasportato all'estremo è un produttore di malvagità.

Nulla contribuisce a tranquillizzare la mente quanto uno scopo preciso, un punto sul quale l'anima possa fissare il suo occhio.