Natalia Ginzburg
  • Palermo, 14/07/1916
  • Roma, 08/10/1991
  • in archivio dal 4/5/2007

Biografia

Sono stata una scrittrice di primo piano della letteratura italiana del Novecento.

Segni particolari

Il mio cognome è Levi, dopo il matrimonio presi il cognome di mio marito Leone.
Nel 1963 vinsi il premio Strega con "Lessico famigliare" che venne accolto da un forte consenso di critica e di pubblico.

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Scritti da Natalia Ginzburg

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Essere capiti vuol dire essere presi e accettati per quello che siamo.

Dicono che da un crocifisso appeso al muro, in classe, possono sentirsi offesi gli scolari ebrei. Perché mai dovrebbero sentirsene offesi gli ebrei? Cristo non era forse un ebreo e un perseguitato, e non è forse morto nel martirio, come è accaduto(…)

Cristo ha scacciato i mercanti dal Tempio. Se fosse qui oggi, non farebbe che scacciare mercanti.

Se c'è Dio non importa pregarlo, è Dio e capisce da sé cosa bisogna fare.

L'Italia è un paese pronto a piegarsi ai peggiori governi. È un paese dove tutto funziona male, come si sa. È un paese dove regna il disordine, il cinismo, l'incompetenza, la confusione. E tuttavia, per le strade, si sente circolare l'intelligenza,(…)

Io non avrei potuto fare che un mestiere, un mestiere solo: il mestiere che ho scelto, e che faccio, quasi dall'infanzia.

A una ragazza le fa tanto piacere pensare che forse un uomo è innamorato di lei, e allora anche se non è innamorata è un po' come se lo fosse e diventa molto più carina con gli occhi che splendono e il passo leggero e la voce più leggera e più dolce.

Ti auguro ogni bene possibile, e spero che tu sia felice, ammesso che la felicità esista. Io non credo che esista, ma gli altri lo credono, e non è detto che non abbiano ragione gli altri.