Oliver Goldsmith
  • Pallasmore (Irlanda), 10/11/1730
  • Londra (Inghilterra), 04/04/1774
  • in archivio dal 2/2/2001

Biografia

Tra alti e bassi la critica mi ha giudicato comunque un buon talento. La mia commedia "E lei per conquistar si sottomette" è ritenuta una delle più riuscite del teatro inglese di tutti i tempi.

Segni particolari

Con la pubblicazione de "Il cittadino del mondo" fui introdotto nei circoli letterari londinesi, dove strinsi amicizia con Samuel Johnson e Edmund Burke.

Scritti da Oliver Goldsmith

10 su 16

L'onore va a picco dove il commercio prevale a lungo.

La fortuna si accompagna sempre all'operosità.

La più grande cosa dell'universo, dice un certo filosofo, è un brav'uomo che lotta contro l'avversità; e tuttavia ce n'è una ancora più grande, ed è il brav'uomo che viene in suo soccorso.

Le leggi schiacciano i poveri e i ricchi governano le leggi.

È bello colui che agisce bene.

Non ho mai provato molta avversione per quelle illusioni inoffensive che tendono a renderci più felici.

La coscienza è codarda e quegli sbagli che non riesce a prevenire per mancanza di determinazione, raramente sa giudicarli con equanimità.

Un libro può essere divertente con molti errori o molto noioso pur senza contenere una sola assurdità.

Il primo colpo è già mezza battaglia.

L'amicizia è una relazione disinteressata tra eguali; l'amore, una relazione abietta tra schiavi e tiranni.