Paolo Sorrentino
  • Napoli, 31/05/1970
  • in archivio dal 7/13/2010

Biografia

Dopo il liceo classico, ho studiato all'università Economia e Commercio. Rimasi orfano improvvisamente, per un incidente domestico, e pensai di cambiare vita e dedicarmi al cinema. Una scelta coraggiosa e azzeccata.

Segni particolari

Ho girato film in Italia e all'estero, la popolarità mondiale è arrivata con "La grande bellezza" e i tanti premi vinti: Oscar, Golden Globe e BAFTA su tutti.

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Aforismi di Paolo Sorrentino

10 su 10

Solo i figli piccoli sanno difendere le madri. Con una goffaggine che li rende potentissimi. E invincibili.

Se cominci a dare un senso alle cose, significa che stai invecchiando.

Annoiandosi del mondo, si ha la possibilità di creare un proprio mondo, e questa è la massima priorità per scrivere un racconto, un film o fare una canzone, o un quadro.

Io sono uno sceneggiatore che tende a scrivere più di quanto serva. Quando scrivo per i film mi trattengo, mentre quando scrivo una serie devo sforzarmi di aggiungere. Nel primo caso, invece, devo sforzarmi di tagliare.

Me ne sono andato da Napoli per stanchezza, ma anche perché sono una persona paurosa ed è una città che riesci a vivere bene solo se la affronti di petto, se la esplori senza il timore che ti possa succedere qualcosa... dipende probabilmente anche(…)

La solitudine è spesso presente. Spero di bilanciare con l'ironia, insomma, ci provo sempre, poi nove casi su dieci rido solo io.

L'uomo di potere è per definizione misterioso, la gestione del potere lo è. Sono deputati a prendere le alte cariche uomini inafferrabili, i prevedibili al potere non ci arrivano.

Quando la notte ti acchiappa veramente, venirne fuori è come combattere coi leoni, coi ragni giganti.

Andreotti ha reagito in modo stizzito (al film "Il Divo") e questo è un buon risultato perché di solito lui è impassibile di fronte ad ogni avvenimento. La reazione mi conforta e mi conferma la forza del cinema rispetto ad altri strumenti critici(…)

Perché questo è il gioco. Bisogna comprendere gli altri anche nel momento in cui ti stanno uccidendo. Senza mai sottovalutare la forza sbilenca dell’ironia.