Paul Celan
  • Cernivci (Ucraina), 23/11/1920
  • Parigi (Francia), 20/04/1970
  • in archivio dal 5/29/2006

Biografia

Il semenzaio della mia poesia è lo studio della letteratura tedesca, con una passione speciale per il filosofo Martin Heidegger.

Segni particolari

Il mio vero nome è Paul Pessach Antschel e sono sopravvissuto all'Olocausto. Segnato per sempre, con disturbi mentali, mi sono tolto la vita annegando nella Senna.

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Scritti da Paul Celan

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Solo mani vere scrivono poesie vere. Io non vedo alcuna differenza di principio tra una poesia e una stretta di mano. Viviamo sotto cieli cupi − e ci sono pochi esseri umani. Per questo anche le poesie sono poche.

Le poesie, sono altresì dei doni – doni per chi sta all'erta. Doni che implicano destino.

Il colore della disperazione: il bianco magico del poetare.

Chi dispone di "parole", la lingua gli si nega. Chi si dispone alla lingua, anche le parole... lo trovano.

Chi impara realmente a vedere, si avvicina all'invisibile.

L'oscurità della poesia = l'oscurità della morte. Gli uomini = i mortali. Per questo la poesia, in quanto memore della morte, appartiene a ciò vi è di più umano nell'uomo.

Storia strana, la storia del nostro mondo: non tutta del mondo, non tutta nostra, non tutta storia; non tutta così strana.

Bussa alla porta della tua solitudine e chiedi del padrone: se ti viene aperto, non hai parlato invano agli uomini.