Stefan Zweig
  • Vienna (Austria), 28/11/1881
  • Petrópolis (Brasile), 23/02/1942
  • in archivio dal 8/8/2013

Biografia

Pacifista e umanista convinto. Sono stato uno dei maggiori scrittori tra gli anni Venti e Trenta del 1900.

Segni particolari

Nel 1933 le mie opere vennero bruciate dai nazisti; proprio come successe a Thomas Mann, Franz Werfel, Freud e Einstein.

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Scritti da Stefan Zweig

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I libri si fanno solo per legarsi agli uomini al di là del nostro breve respiro e difendersi così dall’inesorabile avversario di ogni vita: la caducità e l’oblio.

Il colpo che potrebbe annientare un uomo serve in realtà a fargli ritrovare se stesso.

Il castigo è qualcosa di determinato e, sia pesante o meno, è sempre meglio della spaventosa incertezza, della tremenda tensione che si prolunga all’infinito.

Invecchiare in fondo non significa altro che non avere più paura del passato.

In fatto di sentimento l'intensità è tutto, il contenuto è nulla.

Chi è finalmente riuscito a trovare se stesso, non potrà più perdere nulla a questo mondo.

Da un facile successo scaturisce solo orgoglio.

Dentro di noi dobbiamo prima sentire le cose per poi poterci arrivare, ma sempre, sempre attraverso la passione.

Niente al mondo è in grado di esercitare una tale pressione sull’anima umana come il nulla.

Quanto monotono può diventare persino l’entusiasmo, se protratto!