Vasco Pratolini
  • Firenze, 19/10/1913
  • Roma, 12/01/1991
  • in archivio dal 3/15/2012

Biografia

La mia infanzia è stata complicata e sono stato costretto a interrompere gli studi. Sono stato uno scrittore autodidatta e iniziatore del nuovo Realismo assieme a Moravia, Calvino e Pavese.

Segni particolari

Anche nei momenti difficili non ho mai smesso di leggere. Prima di diventare uno scrittore ho fatto il barista, il venditore ambulante, il tipografo.

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Scritti da Vasco Pratolini

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I fiorentini amano il vino. Dante medesimo fu altissimo poeta e grande bevitore. Il vino sta ai fiorentini come il caffè ai napoletani, come sta la birra ai tedeschi, il tè agli inglesi e la coca-cola agli americani.

Quando ci vogliamo spiegare certe circostanze, decisive per la nostra vita, ci si risponde che è destino, che è successo non sappiamo come.

Il vero amore è dei poveri.

S'imparano mille cose in un istante, non occorre essere stati a scuola, quando la vita ti colpisce a tradimento con le sue cattiverie: basta avere una spina dorsale che ti mantenga in piedi.

Ci si domanda come riempie la giornata la gente che vive senza aver bisogno di lavorare, e ci si risponde che, al solito, è questione di denaro.

I morti che ci hanno fatto del bene, si ricompensano guardando in faccia i vivi.

Il pane del povero è duro, e non è giusto dire che dove c'è poca roba c'è poco pensiero. Al contrario. Stare a questo mondo è una fatica, soprattutto saperci stare.

La vita è una cella un po' fuori dell'ordinario, più uno è povero più si restringono i metri quadrati a sua disposizione.

Le idee non fanno paura a chi ne ha.

L'uomo è come un albero e in ogni suo inverno levita la primavera che reca nuove foglie e nuovo vigore.