Vincenzo Monti
  • Alfonsine, 19 febbraio 1754
  • Milano, 13 ottobre 1828
  • in archivio dal 5/29/2015

Biografia

Esponente di spicco del Neoclassicismo italiano. Volevo essere un indimenticabile poeta di corte e per questo ho sfruttato la politica, cambiando spesso bandiera per raggiungere le mie ambizioni.

Segni particolari

Non ho mai studiato il greco, eppure ho tradotto l'Iliade in modo eccelso rielaborando le traduzioni precedenti.

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Scritti da Vincenzo Monti

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Il cuore vuole sempre la parte sua nelle operazioni dell'intelletto.

Amiam, che i dì son brevi; | Un giorno senza amor, | È giorno di dolor, | Giorno perduto.

Ha cuor villano, e libertà non merta | chi l'amico lasciò nella catena.

Del color non dipende | Degli occhi la bellezza, | Ma sol dalla dolcezza | Che da lor piove e scende.

Ben di senso è privo | Chi ti conosce, Italia, e non t'adora.

Oltre il rogo non vive ira nemica.

Un amor senza stento | Invita al tradimento; | E una rosa d'aprile | Quattro volte odorata | Perde il suo bello, e vile | Sen muore al suol gittata.

Sillaba di Dio mai si cancella.

L'ira di Dio su te mormora e rugge, | O Italia, o donna sonnolenta ed orba, | Sanguigno il Sole le fresch'aure adugge, | L'aure, che il lezzo di tue colpe ammorba.

Amor vince ogni cosa, e i cuori amanti | Spoglia d'ogni più indocile austerezza, | Sian Cannibali, o Traci, o Garamanti. | Egli per tutto si ravvolge, e sprezza | Ogni riparo, e variando toglie | Alle cose create la rozzezza.