Cecità
In un tempo e un luogo non precisati, all'improvviso l'intera popolazione diventa cieca per un'inspiegabile epidemia. Chi è colpito da questo male si trova come avvolto in una nube lattiginosa e non ci vede più. Le reazioni psicologiche degli anonimi protagonisti sono devastanti, con un'esplosione di terrore e violenza, e gli effetti di questa misteriosa patologia sulla convivenza sociale risulteranno drammatici. I primi colpiti dal male vengono infatti rinchiusi in un ex manicomio per la paura del contagio e l'insensibilità altrui, e qui si manifesta tutto l'orrore di cui l'uomo sa essere capace. Nel suo racconto fantastico, Saramago disegna la grande metafora di un'umanità bestiale e feroce, incapace di vedere e distinguere le cose su una base di razionalità, artefice di abbrutimento, violenza, degradazione. Ne deriva un romanzo di valenza universale sull'indifferenza e l'egoismo, sul potere e la sopraffazione, sulla guerra di tutti contro tutti, una dura denuncia del buio della ragione, con un catartico spiraglio di luce e salvezza.
Feltrinelli
276 pagine
8807721821
Recensioni
Provate a immaginare un'epidemia improvvisa e incontrollabile di cecità. Provate ad immaginare che ad essere menomata non sia una minoranza ma, di colpo, una maggioranza; per di più una maggioranza abituata, fino ad un attimo prima, a vedere, e a riconoscere spazi e colori. Come ci si muoverà in un mondo bianco latte, del tutto sconosciuto? Quali istinti prevaricheranno?
Questo romanzo,(…)