E poi cominciò a raccontare...
E anche Giuseppe Bisegna cominciò a raccontare, per fortuna…
La prima pubblicazione di questo giovanissimo autore, classe 1983, è un esordio che non passerà inosservato, non deve. Il talento c’è, e c’è anche una buona padronanza del mezzo che usa per trasmettere pensieri ed emozioni: la poesia.
La usa con equilibrio e gusto, sperimentando e innovando concetti eterni come quelli di “pagina” e “spazio bianco”. Non ci sarà più alcun blocco dello scrittore per chi leggerà “La verità”, oppure “La macchia”, anzi, sarà più facile comprendere come poche parole possano comunicare tanto.
E poi ci sono costruzioni piene, dense, che meritano di essere citate, come “Sospesi”: Né carne/ né sangue/ né numeri/ né nomi/ Emozioni/ sospesi a mezz’aria nell’eterno, o “Confessione”: Laggiù/ in fondo fa male/ dove/ io vorrei/ ancora e, per finire, “Il fabbro”: Fu un buon fabbro/ quando seppe cosa prova il ferro/ quando prima arde/ e poi è battuto.
Immagini significanti, decise e ben tratteggiate, che delineano contorni e materializzano le scene mentre nell’anima si fa spazio il messaggio vero, quello che va al di là della rappresentazione figurata.
Questo libro è piccolo, brevissimo, ma può servire a tanto perché dentro di sé nasconde una forza che trascina e fa risorgere l’uomo e la poesia.
Aletti
45 pagine