Il guaito delle giovani volpi
Ispirato da una storia realmente accaduta, il libro è dedicato a tutte quelle donne che( a causa di un’ideologia ancora intrisa di maschilismo sciovinista) loro malgrado, sono costrette a vivere violenze inaudite e maltrattamenti incomprensibili anche in società poco evolute. Un’attenta lettura del romanzo lascia intendere che la drammatica storia di Hina Saleem (la ragazzina uccisa in Italia nel 2006 dai suoi parenti perché non si volle adeguare agli usi tradizionali della sua cultura d’origine) abbia notevolmente influenzato l’animo dell’autore, anche se di fatto riferimenti diretti non ce ne sono. La violenza che denuncia Pacioni non è retorica o speculativa, l’autore non si riferisce ad un particolare ceto sociale o ad un livello culturale basso, e nemmeno fa riferimento a una religione specifica. Egli racconta la naturale pulsione di violenza che è in ognuno di noi e che si può manifestare in ogni zona geografica per ogni grado di istruzione e a qualsiasi età.
Fatima, protagonista del romanzo, vive una sorta di vita parallela: a scuola è Francesca e a casa è appunto Fatima. Ella pertanto, esperisce due forme di amore: uno autentico e l’altro dettato dalle convenzioni sociali di una cultura alla quale lei non si sente più di appartenere. Naturalmente, col passare del tempo le diventa impossibile sostenere una doppia linea esistenziale, e le cose cominciano a precipitare.
L’autore con estrema lucidità riesce a far entrare il lettore in un mondo che inizialmente appare lontano, estraneo ma, man mano che ci si addentra nel romanzo, ci si rende conto che Fatima può essere anche la nostra vicina di casa, la nostra collega di lavoro o perfino noi stesse.
Melino Nerella Edizioni
224 pagine