La verità in frantumi
"La verità in frantumi" è un libro che si legge tutto d’un fiato, rapiti dagli eventi narrati e proiettati fin dal primo capitolo in un tempo che, seppure a noi contemporaneo, ha un sapore mitico, plasmato da una natura aspra come l’Aspro-monte.
Anche i personaggi che si alternano nella narrazione sono duri, governati da leggi dettate dal sangue prima che dallo Stato. Le loro voci ricostruiscono le tante sfumature di una medesima storia, che si arricchisce di particolari e significati proprio grazie alla compresenza di diversi punti di vista. Ognuno ha una propria verità, perché la verità forse non esiste o forse è qualcosa che sfuma in frammenti che soltanto uno sguardo distante può ricomporre.
Luca, Angela, Marco, Salvatore Barreca, Don Sebastiano Marra, Domenico Barreca, Rocco Marra, Teresa Barreca, Lucia Marra... sono le voci di due famiglie che si contrastano, si alleano, tornano a guardarsi con sospetto, partecipando ognuna alla propria parte di storia. Fra tante voci appartenenti alla terra calabra, non stona la voce di un tenente "polentone", venuto dal lontano Friuli e isolato come in un inferno. Sebbene suo desiderio sia lasciare il più presto possibile quella terra su cui alla stregua di mandrie transitano camion di detriti e carichi di armi e droga, forse il biondo tenente ha compreso più di quanto egli stesso non creda. Per questo la sua voce, all'apparenza estranea, è essenziale al completamento del mosaico delle verità.
Con questo romanzo Giuseppe Pipino si interroga sulla Verità e al contempo ci regala un intenso spaccato dell'Aspromonte, che si apre con una prospettiva amplificata da uno sguardo bambino e termina con gli occhi del ricordo di un vecchio. In questo modo si chiude un circolo, si chiude un tempo e una saga familiare nel riconoscimento che bene e male sono solo piccole increspature di un unico Mare.
Pubblicato dall'autore
152 pagine