Le mie paure più brutte
Sulla copertina del libro di Pier Gino c’è la testa di uno scheletro e un lupo. Sono due dei protagonisti che animano questa storia horror, affiancati dal ragazzo che vive queste sue paure, con la tenacia di un esploratore alla ricerca della verità. Il misterioso arcano che incolla il lettore al libro del giovanissimo scrittore - appena dieci anni -, viene svelato solo sul finire della storia.
Oltre a una sintassi semplice ma fluida, a ergersi impietosa in questa scrittura, è la fantasia narrativa che solo una giovane età può sfornare. Un intreccio di accadimenti, una coloritura tutta sua, in direzione dell’ultima pagina.
Lo scheletro incontrato in soffitta sussurra al protagonista: “Vuoi sapere chi tu abbia ucciso, ma non lo saprai mai!”. Ma il protagonista non si perde d’animo; tra peripezie e ragionamenti cervellotici riesce a svelare un passato inimmaginabile. Tutto questo tramite un viaggio nel tempo. Tra le fresche righe si possono scorgere anche piccoli insegnamenti che Pier Gino intende offrire ai suoi lettori, giovani o adulti che siano.
Un breve inciso a fine romanzo recita così: “Questo libro è il mio primo horror e, spero, miei cari lettori che a voi piaccia e che abbiate un divertimento immenso e un po’ di brividi mentre lo leggete.”
Intento lodevole quello del nostro Russo, e gli elementi per gustare un libro snello, che narra la storia di un ragazzo e una sua avventura non proprio giocosa, ci sono tutti.
Luigi Pellegrini Editore
62 pagine