Le stelle sul soffitto
“Nel mio stesso viaggio/sono esiliata/dispersa tra i miei passi/smarrita da quella meta/che come miraggio/ha offuscato i sensi”.
La poesia di Ersilia Anna Petillo è una poesia di ricerca, di viaggio, di continua tensione verso una meta impossibile da raggiungere. Una sorta di vagabondaggio tra gli interrogativi eterni dell’esistenza, le paure più recondite ma anche più umane che ciascuno di noi nasconde dentro di sé, come il tempo che passa, il cielo che nasconde l’infinito, il senso ultimo di ciò che ci circonda.
Rincorrendo questa ricerca di risposte, la voce della poetessa si concentra sul mondo così come le appare, sulle scene di tutti i giorni, ma trasformando la realtà attraverso uno sguardo ingenuo, inquieto, “romantico” nel senso più profondo del termine, creando immagini grandiose e simboliche, vibranti e multistratificate. Ad esempio, al tramonto “l’orizzonte muore/divorato dalle fiamme./Sorgono generate dalla terra/e le invadono mentre/si agitano immobili”; le città alla sera appaiono “bramate dai peccati dell’uomo”, ricche di “grida, lamenti, furtivi inganni” in cui il cielo non esiste più, “ce ne siamo cibati/sazi per l’eternità”.
E anche l’amore viene descritto in tutta la dolcezza di desideri semplici e schietti (“vorrei/ lasciarti rincorrere/ spazi infiniti/…e tenerti per mano/ e seguirti”), nella bellezza del sentimento quando esplode come una melodia (“Sei quella melodia che non ho mai udito/una parola mai proferita/un profumo mai sentito”), nella sensualità che delicata vibra nel desiderio dell’altro (“le stesse labbra al passaggio delle tue dita/vibrano/come la terra trema/ …. il corpo si rianima/i sensi vivono”).
Attraverso parole semplici e dirette questi versi esprimono la continua tensione verso la verità, verso il segreto dell’essere, verso una risposta che sta forse dietro il muro e i cocci di bottiglia di montaliana memoria, oltre le apparenze e gli schermi dell’esistenza.
Per questo la figura prediletta dalla Petillo è l’ossimoro, che rende perfettamente quel senso di sospensione, di cui è pervasa la raccolta, tra desiderio assordante di vivere e dolore per la consapevolezza della precarietà dell’esistenza. Ma tra tutte le solitudini, le paure e le incertezze, questa poesia trova comunque una via d’uscita, una scintilla di salvezza: nello “spazio di un deserto un soffitto pieno di stelle”.
Boopen
126 pagine