Notturno
Amore, morte e dolore sono i temi di questa intensa confessione lirica, scritta quando, in seguito a una grave ferita di guerra, D'Annunzio è costretto a indossare una benda su entrambi gli occhi, che lo condanna a una temporanea cecità e a una immobilità pressoché totale. Eppure il poeta non rinuncia a scrivere. In una sorta di divinazione, annota su sottili strisce di carta "Visioni immense affluenti dal cervello all'occhio ferito, trasformazioni verbali della musica". Cosi s'intrecciano i ricordi dell'infanzia e della madre, l'esaltazione eroica delle imprese di guerra, il rimpianto per i compagni morti valorosamente, l'affetto per la figlia Renata e il presente della malattia. Un'opera sorprendente, che ci rivela un D'Annunzio commosso, ripiegato su se stesso, lontano dalla tensione superomistica delle liriche e dei romanzi.
Rizzoli
306 pagine
881705061X
Recensioni
"Ecco, non ho più l'ansia del tempo". Al Notturno ci si arriva, in genere, per studio. Non è un libro pensato per fare scalpore, non è propriamente un romanzo e non appartiene nè alla fase classicista nè a quella superomista di d'Annunzio. Se lo si affronta come il frutto di un momento solitario della vita di un uomo eclettico che ha sempre seguito ogni sua vocazione con profondità e intensità,(…)