Per Elisa
Avere un’ultima occasione per far placare il cuore. Fa molto riflettere questo bellissimo libro, opera prima di Azzurra Mangani: un romanzo epistolare a senso unico dedicato all’ennesima lettera, infinita, un doloroso e definitivo flusso di coscienza rubato all’oblio di una mente esausta, cellula pulsante a sprazzi di un corpo ormai assuefatto al nulla, lo sguardo perso nel vuoto.
Parole come pugnali gridano un solo nome, Alessandra, e chi le affida alle cure di un notaio lo fa con la certezza che il destinatario non potrà mai leggerle, e vive di rimorsi per non essere riuscita a restare. Un rapporto viscerale richiamato alla memoria fin dal primo incontro, sullo sfondo la scuola, gli altri, le scelte di vita, e le canzoni che passano alla radio rimanendo impresse come proverbi nel tempo. È difficile, per la signora Giannini che a malapena si accorge della stanza asettica che la contiene, ammettere di sapere ancora, a distanza di trent’anni, cosa volesse dire sentirsi vivi, rispecchiare la propria anima nello sguardo di un altro essere, appartenersi e a un certo punto vedersi strisciare via, sentendo di aver abbandonato chi dava luce ai giorni più oscuri con un lacerante addio. La forbice col passato aveva un nome di donna, suadente e irresistibile, capace di rubare l’anima a chi non può più fare a meno di amarla mentre la assapora nelle vene. La mente sopravvive per raccontare, e sperare che qualcuno accolga l’estrema richiesta di perdono, mentre lo sguardo torna a galleggiare nel bianco, appena in tempo per evitare di scoprire l’insopportabile realtà.
Ibiskos Editrice Risolo
76 pagine