Pierrot scalzo
Questa silloge è un premio.
Un premio per chi l’ha scritta, per chi l’ha selezionata, per chi la legge.
Classificata al primo posto nel concorso per Giovani Poeti promosso dalla Fondazione Pescarabruzzo e dalla Casa Editrice Tracce, si è trasformata in un libriccino intenso e piacevole da leggere. Una scelta azzeccata da parte della giuria, e vale la pena rimarcare il percorso di una pubblicazione poetica, specie per onorare quelle case editrici che scommettono in un settore che non può certo definirsi florido, almeno in Italia.
E poi c’è lei: Cristina Mosca, l’autrice, la “mamma” di questa raccolta. C’è dietro ogni titolo, dietro ogni verso, dietro ogni parola. Il suo vocabolario è fitto, vasto; le parole sono dosate, misurate, ricercate e messe al proprio posto con gusto, con sapienza.
C’è passione, e si sente. C’è sacrificio, gioia e sofferenza. C’è la voglia di comunicare, di farsi capire e di aiutare a capire di più gli altri, guardandosi dentro, perché una poesia può riuscire a farlo meglio di tanti professoroni.
Bisogna leggerli i libri così, e bisogna stamparli perché fanno bene e aiutano a stare meglio, a ritrovarsi e a guardare il futuro con ottimismo. Pierrot non è soltanto malinconia, il nostro Pierrot è di più e possiamo essere proprio noi a farlo sorridere.
Questa silloge è un premio. Un premio per chi l’ha scritta, per chi l’ha selezionata, per chi la legge.
Questa silloge è un premio anche per Aphorism.
Tracce
62 pagine