Poesia, ragazza mia
Un io poetico poderoso ed esigente scandisce lo svolgimento di "Poesia, ragazza mia" di Elio Ria. Il secondo prodotto della collana I Destrieri alterna le poesie, preziose nella loro ricercatezza, ai pensieri, estemporanei e profondi come appunti presi su una moleskine, spesso sotto il sole di Puglia. La prefazione sembra quasi una dichiarazione di guerra, perché afferma con poche parole secche e ferme i principi estetici di Oscar Wilde: "Il poeta non scrive perché ha qualcosa da dire, ma in primo luogo scrive per confrontarsi con il linguaggio".
"Art for art's sake", una promessa che mantiene nei suoi versi, aspri come certi paesaggi del Sud, evocativi come camminate attraverso le stagioni; a volte gentili come stoffe primaverili, altre volte taglienti come vento di tramontana.
Immerso in una intensa e imponderabile ricerca linguistica, Elio Ria é in grado di passare dall'aridità di Montale all'irriverenza dei futuristi, di essere malinconico come un crepuscolare e subito dopo barocco come Giambattista Marino.
È un libro da centellinare, pena il disorientamento tra le volute linguistiche; ma il risultato finale resta un sorprendente affastellarsi di piegature, a segnare le pagine da ricordare.
"Il tempo del Sud è figlio di un dio che del fluire del suo tempo ha rallentato vita al giorno e alla notte, incuneandosi nelle pieghe del sole, come a torcersi su se stesso per concedere tempo all'eternità, poiché di questo hanno bisogno le genti del Sud: un tempo che non sia solo tempo".
Lettere Animate
106 pagine