Quanto lontano siamo giunti
La corrispondenza che Sylvia Plath tenne con la madre dall'inizio del college (1950) al suicidio (1963), offre il raro interesse di un epistolario famigliare che rifiuta lo sfogo intimistico per diventare un intransigente diario quotidiano. Passo per passo, seguiamo l'iter artistico ed esistenziale della poetessa: la giovinezza americana secondo il ciché medio-borghese degli anni '50, gli anni del "pragmatismo" e del maccartismo, la maturazione e l'improvviso erompere della crisi psicologca che porta al primo tentativo di suicidio; e poi l'impatto con l'austerità di Cambridge, l'estasi dell'incontro e del matrimonio con l'altrettanto giovane e promettente poeta Ted Hughes, gli anni duri della verifica e del consolidamento della carriera artistica, fino al rapido sgretolarsi della felicità coniugale e del sogno mistico del "matrimonio letterario", e il riemergere delle problematiche di distruzione e di morte.
Guanda
317 pagine
8860885213
Recensioni
Attraverso le lettere inviate alla madre, Aurelia Schober, si ripercorre la vita di questa indimenticabile donna, oltre che scrittrice e poetessa.Si inizia introducendo alla madre dell’arrivo allo Smith College, dei rapporti con le altre ragazze del college, e delle prime uscite con i ragazzi nei weekend – vedasi la breve frequentazione con Bill – e dell’inizio dei rapporti con Olive Higgins(…)