Se avesse avuto qualche certezza...
Sei racconti appesi a delle essenze di vita, a sensazioni, a riscoperte di se stessi. Questo è il risultato che balza fuori da un primo approccio dell’opera di Lisa Pietrobon. Una scrittrice attenta a scandagliare con leggerezza e peculiarità – due analisi miscelate in maniera fluida – l’animo umano in tutte le sue sfumature.
Non serve conoscere tutti i dati afferenti ai personaggi di questi racconti. La Pietrobon vuole regalarci sensazioni di uomini appesi alla vita, grazie a una continua ricerca del proprio ruolo, della propria pace, del proprio equilibrio. Così seguiamo affascinati la storia del diciannovenne I.S. – nel racconto che dà il nome all’opera -, e di lui ci basta sapere che “il suo cuore andava da una parte e il suo cervello dall’altra”. “Je sentis avant de penser: c’est le sort commun de l’humanité”, sentenziava Jean-Jacques Rousseau ne “Les Confessions”. La giovane scrittrice coglie in pieno questo messaggio e lo fa suo, plasmandolo con il suo stile e attraverso la sua lente, che pone sul mondo, sul cammino di ogni uomo.
Nel primo racconto invece, si prendono in considerazione i diversi approcci di due ragazzi che cercano di cancellare il loro passato e la morte di un caro amico. Jonny Rollino rimane fermo, non si scompone, rimane nella sua casa a costruire bonghi. Dionisi invece, scappa. In giro per il mondo, scappa da se stesso per scappare dai ricordi. “Caelum, non animum mutant, qui trans mare currunt”. “Muta il cielo, non l’anima, per chi corre verso il mare”. Si tratta di un’Epistola di Orazio rivolta a un suo amico che stava partendo per un lungo viaggio, proprio per sfuggire a un sentimento che lo tormentava.
Seguite con attenzione i passi d’inchiostro di Lisa Pietrobon, e scoprirete un animo sensibile a ciò che la gente prova, a ciò da cui la gente fugge.
Ibiskos Editrice Risolo
43 pagine