Solchi d'inchiostro

Libro "Solchi d'inchiostro" di Filippo Minacapilli

Sebbene si possano individuare dei temi specifici, le poesie che compongono Solchi d’inchiostro si compenetrano tra loro: l’espressione dell’amore e del desiderio sono una forma d’arte, lo sguardo rivolto all’amata si confonde con lo sguardo rivolto alla natura, l’amore e la nostalgia si ripartono tra la donna e la terra natia. Non manca, infatti, il tributo appassionato alle origini e ai luoghi del cuore, come nelle poesie Sicilianità e Nysura, la città il cui ricordo mai abbandona, espandendosi «come onda d’oceano senza confini». Il corpo dell’autore si fa ricettacolo di suggestioni, la sua interiorità si espande fino a farsi mondo: luogo fisico dove soffiano venti, dove cade la neve, dove per entrare non è necessario bussare perché l’apertura alla vita e all’amore è totale. Ma se l’anima è terra sconfinata, la poesia è rifugio, talvolta sicuro come una nave, altre vacillante come una zattera. L’anticlimax del componimento La mia poesia testimonia tale ambivalenza.

La poesia è la mia nave La poesia è la mia barca La poesia è la mia zattera

Scrive Filippo Minacapilli, ma la sua poesia non è esattamente una fuga, è piuttosto la via maestra per il raggiungimento di una maggiore consapevolezza. Le parole aiutano il poeta a comprendere, mediante la verbalizzazione, i propri sentimenti.

In Perché mi piaci, dalla frustrazione iniziale di fronte all’inspiegabile, si giunge, poi, alla pienezza della comprensione non del tutto esprimibile. Le poesie di questa raccolta sono dunque come una delle figure più care al loro autore: funamboli. Sospese tra il dicibile e l’indicibile, in un precario equilibrio continuamente minacciato dallo straripare delle emozioni.

[Estratta dalla presentazione di Maura Campo]

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  • Casa Editrice
    Maurizio Vetri Editore
  • Dettagli
    128 pagine
  • ISBN
    9788899782276