Trailer Letterari
“Trailer Letterari” di Angelo Capotosto è sicuramente un libro dai molti aggettivi; composito, per sua stessa natura, e anche tripartito: in forma, contenuto e struttura. E quest’ultima è la protagonista, la padrona, la più funzionale delle parti. L’idea originale da cui trae sviluppo l’impianto di un esordio narrativo che si sforza di riunire in un sol colpo, e in trenta micro-racconti, nozione e riflessione, mente e viscere, ragione e sentimento. Certo, qualcuno potrebbe obiettare che il cinema, oltre a essere un’arte, è anche una passione, e che come in tutte le cose affini, come in tutti gli amori veri, convive un po’ dell’uno e un po’ dell’altro, un’ala razionale e l’altra d’impeto. Però ciò che di “Trailer Letterari” balza subito all’occhio è la capacità di schematizzare, l’aver creato un gioco costituito da tessere che s’incastrano, ciascuna contenente un triplice riferimento - un film, una citazione e la liberissima elaborazione in forma di racconto del concetto che li lega -, ciascuna che rimanda all’altra in virtù di un ‘unicum’, di un filo conduttore latente. Che forse è il tentativo di un uomo di narrare le sue trasformazioni e il modo in cui cozzano con l’universo mondo. Allora il gioco si fa serio, a suo modo e non più di tanto, e sbanca le emozioni quando si attiene alle esperienze concrete, alla ‘finzione del reale’: è quel che capita nei casi di “Ti presento i miei/Casa dolce casa”, “Il curioso caso di Benjamin Button/L’esperienza” e “Mi presenti i tuoi?/Stillicidio”, ammantati di una sincerità che il più delle volte manca perché nascosta, laddove non dal sarcasmo, da una certa forma di ironia da social network, di umorismo ai confini del cinismo. Nel primo caso Capotosto prova a commuovere, nel secondo a divertire. In ambedue, si vede che si è divertito lui per primo - e che probabilmente continuerà a farlo, per la gioia di chi s'è appassionato alle sue micro-pellicole esistenzialiste.
Lettere Animate
128 pagine