Trattato del ribelle
Nei primi anni del dopoguerra, mentre si andava delineando quella integrazione planetaria nel nome della tecnica che oggi è sotto gli occhi di tutti, Ernst Jünger elaborò questo testo, apparso nel 1951, oggi più affilato che mai. La figura del Ribelle jüngeriano corrisponde a quella dell'anarca, del singolo braccato da un ordine che esige innanzitutto un controllo capillare e al quale egli sfugge scegliendo di "passare al bosco"--Dissociandosi, una volta per sempre, dalla società. Il Ribelle jüngeriano sente di non appartenere più a niente e "varca con le proprie forze il meridiano zero". Tutta l'eredità del nichilismo, del radicalismo romantico e della furia anti-moderna si concentra in questa figura, qui osservata come facendo ruotare un cristallo. Letto oggi, questo testo appare di una impressionante preveggenza, quasi un guanto di sfida gettato in nome di una libertà preziosa: "la libertà di dire no."
Adelphi
136 pagine
8845907589
Recensioni
Un classico della letteratura libertaria. Junger ci ricorda che il mondo cambia e con esso cambia anche la libertà: non la sua natura, ma la sua forma, perchè la libertà è imperitura, pur essendo costretta di volta in volta a rivestire i panni del tempo. Dobbiamo fare in modo che la libertà da noi ereditata si incarni nelle forme coniate dall' incontro con la necessità storica: per non(…)