Un motivo in più per guardare il cielo
Originale e accattivante l’intreccio che Gabriele Iaconis ha disegnato nel suo romanzo “Un motivo in più per guardare il cielo”: un solo uomo ma due vite diverse, una che corre semplice e lineare lungo i confini dell’innamoramento, delle avventure, dei desideri e delle aspettative di un giovane scrittore; l’altra sospesa a metà tra sogno e realtà, nell’ineluttabile dimensione del dolore e della nostra umana debolezza. Il destino è unico, inevitabile, ma non lo sono i sogni e le speranze, che alla fine convergono - quasi a voler comporre le parti di un puzzle - sull’immagine di una donna, Laura, alter ego del protagonista. Ella appare come reale e allegorica insieme, perché oggetto dell’amore ma anche simbolo della necessità di scelta e discernimento tra bene e male, di quella forza innata che sempre costringe l’uomo ad un passo, ad un progresso, sia esso positivo o negativo.
“Donna e bambina, impetuoso uragano e delicata farfalla, appassionata amante e dolce amica, musa e guerriera, verde riverbero di una notte d’estate”: questa è la descrizione che il protagonista ci regala del suo amore, ma è anche la dedica del libro che egli scrive nell’evolversi del racconto, creando così una straordinaria dimensione metaletteraria, per la quale il romanzo è protagonista stesso della sua scrittura. Il libro rappresenta, infatti, l’anello di congiunzione tra presente e passato, tra vita vera e vita solo sognata o sperata. Anche l’ambientazione è suggestiva e originale: da un lato, una splendida Parigi, serena e accogliente dimora per giovani artisti, una specie di “Arca di Noè”, dove è più facile "combattere quegli strani conflitti creati da menti egoiste"; dall’altra un non-luogo, una stanza bianca, una strana e silenziosa finestra sul mondo.
E l’autore, quasi al termine del romanzo, ci ricorda che come l’arte anche l’essere umano può avere migliaia di sfaccettature: altrettante sono le possibilità di interpretare questa storia, di cui il vero significato e la completa comprensione restano al lettore, che può così finalmente decidere di “vedere” con gli occhi dell’anima, di “guardare” come farebbe un cieco la “Zattera della Medusa” di Gericault e trovare cosa importa, cosa manca, cosa appare davvero.
Ciascuno può insomma trovare il proprio “motivo in più per guardare il cielo”.
Boopen
133 pagine
8865810971