Poesia
04/09/2001
In vasto riempire sfugge
la colla dei destini traditi,
inesprime il candore del forse
l’incontrato dissapore
dei bruciati fiocchi,
ho temuto la crudeltà del colore,
credendo d’essere un vile
pensavo che per il fluido inchiostro
non doveva esservi nel liquido
la purezza del profumo
innatamente dorato,
geneticamente spudorato
e alterato, leggo i pensieri
decifrandoli tramite cibernetici capti
e l’immagine fu di un nuovo insolente
coinvolgente sole, che paracadutando
un delicatissimo angelo coprì,
disinfettando le velenose
geometriche astrazioni,
poco dopo,
ricomparve
l’elemento aria,
in seduzione astrale