A Benito. Cinque Cento Novantasei

La morte ha tre gusti:  con o senza
nocciole. Il carrettino adesso riposa carico
nell'ombra, come la mosca che finisce sul
vetro e sfrega le ali senza partire. La morte
ha usato due giorni, interi, con tutto l'albume
per  finire l'impasto: raffreddata la cialda dell'uomo
delle quindici in punto ( ai turisti pistacchio, granella
e limone), gli ha sciolto dalle vene la crema, sul pavimento
una pozza, dolcissima fuoriuscita  che nessuno ha
fermato. Toc toc, quando  hanno bussato divise e
mestieri era già ora di andare e stagione di funghi, 
era l'ora di uscita.  La morte, gelataia e maestra,
mescolò ieri l'altro ingredienti dal giusto dosaggio,
avviato il girotondo nella lugubre planetaria, di
lì a poco ottenne la consistenza, campanello
a staccare vorace la spina. Così va bene.
Si può vendere adesso, un'altra vaschetta
di concime già pronto.
Accorrete clienti  del buio a succhiare dal caldo le ossa.