A Giuni Russo
È cosi la Trinacria ma lo sai :
donna costretta ad un marciapiede
porta via anche le anime più bianche e tra le mani, come tu dicesti,
le chiama al suo sorriso misto, al pianto
e te al silenzio che di più t’ascolta.
Dicesti tanto, tra riccioli e limoni
toccando canzoni, anche le più brutte che la tua voce nata da una fiaba
rendeva mito e tu dolce sirena.
Per me, soltanto, ogni sera canti
solo, per i rari uomini del sole
quelli che sai d’ogni loro storia
di solitudini sparse e di grovigli
che un cannolo, un caffè corretto
prelude un letto e anche un po’ d’oblio.
Stonati ti accompagnano e sorridi
che non li lasci lasciandoli cantare:
sono bambini tuoi di quell’estate al mare.