A lei...mia Madre.
Tra rossicci bagliori
di uno stanco
tramonto d'autunno,
si erge possente
la minuta figura.
Come vessillo di vita...
In controluce
ti guardo il viso scontento
e gli occhi velati
affidano
come foglie al vento
angustie e desideri.
Ti guardo le mani,
ali di colomba,
che infinite volte
mi volarono
sui capelli e sul viso.
Le tue mani,
Mamma,
ancora odorose
di ballotte calde,
di lavanda,
di candidi lini sciorinati,
di dolci rimbocchi.
Quelle mani
che il tempo avvolse
di preziose trame
ma che lasciò
fresca la voce
ed il cuore fanciullo.
Mi regalasti all'estate,
e di lei a me
regalasti
vermigli papaveri,
zuccherini sapori
e tutti i suoi azzurri.
Mai abbastanza,
ti dissi grazie...
Voglio far per te,
Mamma,
ghirlande di primule e rugiada
per cingere
i tuoi sogni,
intreccerò
arabeschi di farfalle
per adornarti la gonna.
Inventerò per te
ancora
mille...e mille primavere
perchè il triste inverno
che incalza
stia lontano dal tuo sorriso.
Mamma