A mio figlio
A mio figlio
La mamma ti addormenta teneramente
e con cura ti adagia sulla soffice culla.
Tu dormi ed io ti guardo;
sembra che mi voglia sorridere
e invece tu sogni.
Tu sogni la rosa
profumata e senza spine.
Schiudi la tua piccola bocca
come per dirmi qualcosa,
ma no,
non a me, ché non puoi.
Tu parli con gli angeli,
divini cantori di ninnenanne divine.
Io ti guardo, figlio mio,
ed i miei occhi non vedono
così volentieri spettacolo migliore.
Io ti guardo ed il mio cuore
si colma di gioia e di speranza.
Dormi, piccolino mio,
dormi ignorante ogni cosa.
Felice te, che vedi, senti
e non capisci nulla!
Dormi, pargoletto, dormi!
Parla e sorridi ai tuoi angeli.
Il linguaggio dell’uomo è crudele;
imparata questa funerea canzone,
non sentirai più degli angeli il bel canto
e pur la rosa fragrante di un tempo
ti sarà spinosa e inodore.
Dal mio libro " Patema "
Gabrieli Editore ‐ Roma 1971
Albatros Editrice ‐ Roma 1976
Ursini Editore ‐ Catanzaro 1978