A mio padre
A mio padre
Oggi io canto, o padre, il tuo valore,
che mi è di esemplare insegnamento
per fronteggiare il viver d’ogni giorno.
La vita piegar voleami con furore,
ma il mio pensiero prese nutrimento
dalla tua lena, di cui la mente orno.
Modesto e di cuor nobile nel fare,
fosti apprezzato entro e fuori casa,
ma il tristo Fato ebbe solo invidia,
perfido tessitor, ti tese insidia;
gioì della tua vita di dolor pervasa
e, come Tantalo, ti fu vano il desiare.
Guardo la tua foto e me ne onoro
d’esser figlio d’un onesto cittadino,
che si sentì pari agli esser della terra,
che visse con dignità e con decoro,
che, credente, ebbe fede nel divino,
che ancor mi è maestro, pur sotterra.
La mia senilità, o padre mio,
trasforma il mio corpo ed il sorriso;
passa il tempo e più a te somiglio.
Portammo una croce pesante tu ed io,
ma fosti da noi amato ed io deriso
proprio da chi amai con puntiglio.
Dal mio libro "Speranze e delusioni "
Pellegrini Editore ‐ Cosenza 2007