A passi lenti, uno dopo l'altro, in compagnia della mia ombra percorro un tratto di strada per risvegliare gli arti dal torpore di quelle fredde giornate ormai lontane.
Il cielo gravido di pioggia a tratti si apre in uno spiraglio dove la luce gorgoglia in filamenti di tessuto solare.
Melodie di un tempo spettinato, di carezze sfuggite ad un ricordo.
Quasi si sentono sul volto, quelle carezze, brividi intensi che si propagano in ogni fibra, che riportano a profumi di pelle impregnati di vita.
16 aprile 2024
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Si può stringere la consapevolezza di quello che si è, ed essere inerme di fronte ad eventi che si ripetono con ciclicità, non una condizione di cambiamento, ma di spreco di energia. Rivoluzionari pensieri che non prendono corpo, nel ciclo vitale, non ghermiscono profondità.