A Peppino Impastato

Out... Out... Out...
Fuori dal torpore ottuso,
dai gesti inconsulti reiterati,
dalla incontinenza del male,
dai mostri sacri indecifrabili,
fuori dalle ingiustizie "normali",
fuori dalle vie sporcate di fango.
Caro, dolce amico non conosciuto.
Dentro di me le tue parole,
il tuo volto avvilito dagli inutili,
la tua memoria così accesa.
Non cade nel nulla il tuo out,
continua e non si rassegna
perché ci sei, qui, sei  fra noi
tu rinasci sempre, sempre
e loro non ti avranno mai
perché la tua voce è in noi,
i tuoi passi accanto a noi.
Mille, milioni di fiori germogliano,
si moltiplicano anche quando
sembra che il buio ritorni
a sopire i risvegli e le menti.