A Puškin
La mia anima russa in me s’è ridesta
al suon del tuo odore d’umida betulla,
e nel tuo sguardo la poesia, di nuovo manifesta,
l’ispirazione e la fantasia soavemente culla.
Alessandro, mio compare d’infinite ebbrezze,
la libertà e la gioia del tuo verso infonde
in me, solingo e rinnegato, brezze
di meandri onirici le spietate onde.
Prendimi a te, mia amata letteratura,
scuoti il sorbo, il glicine e il cipresso,
e donami la forza che nel tempo dura,
la sorda indifferenza a Caduta e Successo.
Ora sono stanco, nella notte svuotato,
ma la mia vena inquieta di fuoco pulsa
ed il tuo Demone notturno ancor m’ ha visitato
ma l’Idea della Morte da Calliope è espulsa.