A R.D.F.

I
Il tuo sorriso marinaio ha navigato
numerosi nubifragi nel viaggio,
ogni sferzata del vento che ghiaccia
lo cancella giorno dopo giorno.
Tra le rughe attorno i tuoi occhi
prigioniere restano le tue ansie –
sempre più numerose dalla notte
in cui freddarono Mickey Mouse –
hai le palpebre ben spalancate
e nessuno punto di riferimento
a cui rivolgere la tua preghiera –
la bussola che ti diedero i padri
non riesce più a venirne a capo –
i giganti crollano dietro di te,
non sai se il vuoto che lasciano
potrà un dì accoglierti. T’osserva
altero il guardiano: ‐ È più facile
che un ricco entri nel regno dei cieli
che tu attraversi questa porta!
La gazza di pece ti strappa dall’orto
l’ultimo delicato fiore di speranza
e lo getta in un luogo inaccessibile –
il pinocchio di legno è perduto,
l’enigma del rebus è difettoso.

II
Anche oggi il sacerdote della morte
ha ordinato agli angeli di attaccare,
negli occhi dei cadaveri sarà in eterno
l’orrore inchiavardato, l’orrore
di chi troppo tardi ha compreso;
si nascondono rossi di vergogna
i profeti di sventura che gracchiavano:
‐Ne usciremo migliori di prima!
Un evangelista d’oltreoceano in città
ha sparato nel nome di qualche dio.
Ed è un’amara vittoria ogni sera!

III
È silenzio e solitudine sul sentiero;
dalle tue labbra scivola un sospiro,
amaro, come l’inverno che non muore:
‐Chissà? – Un tonfo in lontananza
inaspettatamente il tuo girovagare
ferma, Argo, accucciato chissà dove,
risponde con un ululato, impazzisce
uno sciame di moscerini vorticanti,
il polline ubriaco dell’aria di festa.
Ritornano il silenzio e la solitudine,
un sole insistente s’aggrappa ai monti,
dalle tue labbra scivola un sospiro
dolcissimo, come le passate primavere:
‐Chissà! – ritorneranno, ritorneranno
per sciogliere l’ansietà per sempre
dal tuo sorriso marinaio che ha navigato
numerosi nubifragi nel viaggio.