A Shakleton
Partisti dall’Inghilterra nel ’14.
Volevi attraversare a piedi l’Antartide.
Sapevi di essere il primo a tentare di farlo.
Ma l’Endurance
la nave sulla quale viaggiavi
rimase intrappolata dai ghiacci e affondò.
Lasciasti la maggior parte dei tuoi uomini
in una specie di campo sul ghiaccio
e partisti
alla ricerca di soccorsi
in direzione della Georgia Australe
con una scialuppa
e 5 marinai coraggiosi.
Lottando contro onde oceaniche
burrasche
e venti micidiali
approdasti su un isola
con montagne alte e ghiacciai.
Lasciasti ancora 3 uomini
in un altro campo
e scalasti una montagna
con 2 compagni.
Raggiungesti una base baleniera
e facesti partire i soccorsi
che per due volte fallirono.
Solo al terzo tentativo
2 anni e 10 mesi dopo la partenza
portasti in salvo tutti i tuoi uomini.
Tornasti in patria come un eroe
e il tuo buon amico Raymond
il fondatore dello Scott Polar Institute scrisse:
“Mettete Scott a capo di una spedizione scientifica, Amundsen per un raid rapido ed efficace. Ma quando siete nelle avversità e non intravedete via d’uscita, inginocchiatevi e pregate Dio che vi mandi Shackleton!”
Dopo aver letto
gettasti il giornale a terra
e lanciasti un’occhiata
oltre la finestra del tuo studio.
Pioveva forte
e l’acqua lavava le strade
con forza inaudita.
“ Sono ancora vivo” – pensasti
“Ancora vivo!”
Delle gocce caddero sul pavimento.
Non era pioggia.
I tuoi occhi
finalmente
nel silenzio della solitudine
non obbedirono ai tuoi ordini.
.
Hal